sabato 24 febbraio 2007

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20/12/2002 - NOTE E BALOONS: STORIA DI UN FLIRT DALLE ANTICHE ORIGINI

Come abbiamo già detto la scorsa settimana a proposito non so più di cosa, quando due tecniche espressive o forme narrative entrano in contatto, succedono cose terribili. Basti pensare ai film che parlano di scrittori, dove indipendente dallo scrittore raccontato, ci sono sempre artisti tormentati e incompresi contro la società. Oppure parliamo dei libri tratti dai film, che nel rincorrere una storia per immagini diventano lunghe descrizioni noiosissime intervallate da dialoghi fulminei. Questa sera ci occupiamo di un connubio che costituisce un eccezione: non solo funziona, ma presenta risvolti davvero interessanti. A DISPENSER si parla della musica dentro ai fumetti. [mfb]

A differenza che in letteratura, dove questo è avvenuto in maniera sensibile solo di recente, il mondo dei fumetti e quello della musica hanno da sempre coltivato rapporti di reciproco scambio.
Basti pensare che nel lontano 1897 William Friday jr. dedicò una canzone a Yellow kid, carattere ideato da Richard Outcault e considerato il primo vero personaggio dei fumetti. O che Louis Armstrong trasse il titolo di uno suoi pezzi più famosi, Heebie Jeebies, da un modo di dire ricorrente nel fumetto Barney Google.
Adesso, a raccontarci genesi e sviluppo di questa relazione arriva “Carta canta”, interessante volume edito dalla Cartoon Club al prezzo di 14 euro.
Curato da Davide Barzi, Stefano Gorla e Paolo Guiducci il libro è diviso in tre parti.
Nella prima, la più corposa, quattro capitoli divisi temporalmente esaminano le influenze reciproche tra fumetto e musica. Nella seconda l’attenzione si rivolge ad alcuni casi specifici - Francesco Guccini, Gianfranco Manfredi, Alan Moore e Grant Morrison – mentre la terza è un’appendice che elenca in maniera esaustiva le canzoni in cui vengono citati personaggi dei comics o i loro autori, le copertine di album disegnate da fumettisti e persino i videoclip realizzati in forma di animazione.
Sebbene, come già detto, i primi contatti risalgano all’ottocento,
il legame fra le due arti conobbe un vero e proprio boom negli anni sessanta.
La contestazione giovanile portò infatti alla nascita, da una parte della musica psichedelica, dall’altra dei primi fumetti underground come il celebre ZAP.
E un autore di punta del periodo, Robert Crumb, disegnò una delle più celebri copertine del flower power musicale: quella dell’album “Cheap Thrills” di Janis Joplin.
Non tutti però sanno che il disegnatore californiano, a metà degli anni ottanta, contribuì anche all’artwork di “Canto pagano”, disco dei fiorentini Moda prodotto fra l’altro da Mick Ronson.
Sempre negli anni sessanta, notevole fu senza dubbio l’impatto dei Beatles, che li portò ad apparire persino in un fumetto necessariamente antimoderno come Asterix.
Da lì ai giorni nostri il legame tra fumetto e musica è divenuto via via più intenso e il confine tra i due mondi sempre più labile, tanto che oggi esistono gruppi con un immaginario dichiaratamente fumettistico come i Gorillaz o i nostrani Tre Allegri Ragazzi Morti.
Carta canta è dunque un volume zeppo di aneddoti e curiosità, che riesce nella non facile impresa di coniugare la storia ufficiale con elementi ed espressioni provenienti dal basso.

Alberto Forni
(link articolo originale qui)

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